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domenica 8 maggio 2011

Il calendario ebraico

Il calendario ebraico è un calendario lunisolare, probabilmente precursore di quello cinese. Lo Stato d'Israele è attualmente uno dei pochi Stati nel Mondo a non aver adottato il calendario gregoriano e ad esser rimasto al calendario ebraico. L'anno è formato da 12 o 13 mesi e ognuno di questi da 29 o 30 giorni. Questo calendario deriva direttamente dal calendario babilonese del quale, in effetti, praticamente ne ricalca la struttura basilare: l'unica differenza è la collocazione delle festività religiose. Di seguito sono riportate alcune citazioni dell'antico testamento sulle quali sono state strutturate alcune festività del calendario ebraico:
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno
(Genesi, 1; 3-5)
Alla fine di ogni sette anni celebrerete l'anno di remissione. Ecco la norma di questa remissione: ogni creditore che abbia diritto a una prestazione personale in pegno per un prestito fatto al suo prossimo, lascerà cadere il suo diritto: non lo esigerà dal suo prossimo, dal suo fratello, quando si sarà proclamato l'anno di remissione per il Signore. Potrai esigerlo dallo straniero; ma quanto al tuo diritto nei confronti di tuo fratello, lo lascerai cadere
(Deuteronomio, 15; 1-3)
Quando tu avrai acquistato uno schiavo ebreo, egli ti servirà per sei anni e nel settimo potrà andarsene libero, senza riscatto. Se è entrato solo, uscirà solo; se era coniugato, sua moglie se ne andrà con lui. Se il suo padrone gli ha dato moglie e questa gli ha partorito figli o figlie, la donna e i suoi figli saranno proprietà del padrone ed egli se ne andrà solo.
(Esodo, 21, 2-4)
Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest'anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo.
(Levitico, 25; 10-13)

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