Clocks-Coldplay

lunedì 16 maggio 2011

Relatività ristretta einsteiniana

Nessuna caratteristica dei fatti osservati corrisponde al concetto di un etere assoluto; [...] per tutti i sistemi di coordinate per i quali valgono le equazioni della meccanica, valgono anche le equivalenti equazioni dell'elettrodinamica e dell'ottica [...]. In quanto segue facciamo questa ipotesi e introduciamo l'ulteriore postulato, un postulato a prima vista inconciliabile colle ipotesi precedenti, che la luce si propaga nello spazio vuoto con una velocità c che è indipendente dalla natura del moto del corpo che la emette. Queste due ipotesi sono del tutto sufficienti a darci una semplice e consistente  teoria dell'elettrodinamica dei corpi in movimento basata sulla teoria di Maxwell per i corpi in riposo.
Einstein, Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento, 1905

Spaziotempo nella relatività ristretta
Albert Einstein è stato il fisico più rappresentativo del XX secolo. Egli, infatti, con la sua Teoria della relatività, ha scosso le fondamenta del pensiero filosofico-fisico, avviando un nuovo stadio nella ricerca scientifica. Nella sua relatività ristretta, innanzitutto Einstein impone due principi:

PRINCIPIO DELLA RELATIVITA'
Le leggi fisiche sono le medesime in tutti i sistemi inerziali. Non ne esiste alcuno privilegiato.

PRINCIPIO DELLA COSTANZA DELLA VELOCITA' DELLA LUCE
Nel vuoto, in qualunque sistema inerziale, la velocità della luce assume il medesimo valore.

Il principio della costanza della velocità della luce, in particolare, ha scosso le fondamenta della relatività galileiana e le sue trasformazioni, dunque, non potevano ritenersi più valide. Saranno sostituite, qualche anno più tardi, dalle trasformazioni di Lorentz.




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