Clocks-Coldplay

mercoledì 4 maggio 2011

Nietzsche: L'eterno ritorno

Tutto considerato, caro amico, d'ora in poi non ha più senso parlare e scrivere su di me, ho passato agli atti per la prossima eternità la questione «chi io sia» con l'opera che sto pubblicando, "Ecce Homo ". D'ora in poi non bisognerà più curarsi di me, bensì delle cose per cui io esisto.
Nietzsche, Lettera a Carl Fuchs, 27/12/1888
Io vi insegno l' oltreuomo. L'uomo è qualcosa che deve essere superato. Che avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri hanno creato qualcosa al di sopra di sé e voi volete essere il riflusso in questa grande marea e retrocedere alla bestia piuttosto che superare l'uomo? Che cos'è per l'uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo appunto ha da essere l'uomo per l' oltreuomo: un ghigno o una dolorosa vergogna.
Nietzsche, Così parlò Zarathustra

Friedrich Nietzsche è probabilmente la figura più enigmatica, controversa, folle ma allo stesso tempo brillante della storia della filosofia. Il suo pensiero, strutturato in 4 periodi che coincidono con esperienze personali (per le quali si rinvia al saggio storico redatto da Rudiger Safranski), termina con l'ultimo periodo, quello considerato da molti il più difficile da interpretare, in cui espone le sue teorie del nichilismo e dell'eterno ritorno. 
 La misura della forza del cosmo è determinata, non è “infinita”: guardiamoci da questi eccessi del concetto! Conseguentemente, il numero delle posizioni, dei mutamenti, delle combinazioni e degli sviluppi di questa forza è certamente immane e in sostanza “non misurabile”; ma in ogni caso è anche determinato e non infinito. È vero che il tempo nel quale il cosmo esercita la sua forza è infinito, cioè la forza è eternamente uguale ed eternamente attiva: fino a questo attimo, è già trascorsa un’infinità, cioè tutti i possibili sviluppi debbono già essere esistiti. Conseguentemente, lo sviluppo momentaneo deve essere una ripetizione, e così quello che lo ha generato e quello che da esso nasce, e così via: in avanti e all’indietro! Tutto è esistito innumerevoli volte, in quanto la condizione complessiva di tutte le forze ritorna sempre
Nietzsche, Frammenti postumi

La teoria dell'eterno ritorno, dunque, ammette la ciclicità temporale come sua necessità: dunque, il tempo si ripete, l'uomo può averne percezione soggettiva (nella misura in cui ci riferissimo all'esatta consistenza degli stessi) ma, in generale, gli eventi si ripresentano nella medesima forma.

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